venerdì 5 novembre 2010

l’ allontanamento coattivo...............


Doriana Goracci..Nazione Indiana
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‎Viene introdotto col Pacchetto,
l’ “allontanamento coattivo” del
cittadino comunitario per motivi
di ordine pubblico se questi resta
in Italia oltre i tre mesi senza
avere un reddito, un lavoro,
un’abitazione.
In quanti dovrebbero andarsene via per questi 3 piccoli problemi di sopravvivenza, che entrano in conflitto con gli articoli della Costituzione Italiana? O dovremmo essere tutti contenti per la liberalizzazione del wi-fi, che nemmeno io so cosa significa e scrivo in rete da anni?

http://www.reset-italia.net/2010/11/05/via-libera-per-la-nostra-sicurezza-sulla-strada/


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Nov052010 Taranto: in nome del Popolo inquinato PDF | Stampa |


Ci sono i bambini, che non possono più giocare sporcandosi le mani con la terra. Ci sono i medici che stanno effettuando indagini sul latte materno, dal quale emerge presenza di diossina superiore ai limiti di legge in quello di mucca. Ci sono i video fatti con visori a infrarossi da cittadini del luogo, in cui si vedono camini che sbuffano enormi quantità di fumi nella notte. Infine, ci sono i morti. Quelli di leucemie, tumori al cranio o alle vie respiratorie.
Quello che invece manca è un registro tumori, atteso da anni, ma di cui ancora non c'è traccia. Stiamo parlando della realtà quotidiana che a Taranto, la città dell'Ilva, la più grande acciaieria d'Europa, i cittadini vivono da tempo. Adesso però c'è una novità con la quale fare i conti. Si chiama decreto legislativo 155/2010. Un testo con il quale il governo Berlusconi ha prorogato al 2013 il raggiungimento del valore-obiettivo fissato dall'Unione europea di un nanogrammo/metrocubo di benzo(a)pirene.
In altre parole, si potrà continuare ad inquinare in quantità superiore ad 1 nanogrammo fino al 2013. A nulla sono valse le denunce dei cittadini, i dossier e le grida d'allarme che si alzano dal territorio da tanti anni. E lo scontro si accende anche sul fronte politico, dove i Verdi, durante una conferenza tenuta proprio ieri a Taranto, hanno annunciato battaglia a 360 gradi. Verrà costituito immediatamente un pool di avvocati per una grande class action, ha annunciato il presidente nazionale Angelo Bonelli. «Si chiederanno oltre 3 miliardi di euro di danni per un inquinamento che ha fatto e continua a fare una strage di vite», spiega il leader del Sole che ride.


Poi un attacco al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola: «Siamo delusi per la mancata risposta alla nostra richiesta, fatta lo scorso 19 ottobre, per un'indagine epidemiologica sui cittadini di Taranto. Sollecitiamo di nuovo il governatore Vendola ad un'indagine sanitaria per verificare la correlazione tra le malattie dei cittadini e l'inquinamento prodotto dai complessi industriali di Taranto, Ilva inclusa». L'indagine epidemiologica è ritenuta dai Verdi «uno strumento strategico ed indispensabile per fare giustizia». Anche perché «tutti i processi sui danni prodotti dall'inquinamento si sono infatti arenati dato che i magistrati non erano in grado di stabilire il nesso tra inquinamento e morti», denuncia ancora Bonelli.

Un accorato appello è arrivato anche dall'Associazione culturale pediatri, dalla Società italiana di pediatria, e dalla Federazione italiana medici pediatri, che hanno ricordato al governo i gravi rischi da esposizione ad elevati livelli di benzopirene che comporta tra l'altro «il rischio di ridurre il quoziente intellettivo del neonato e aumenta il rischio di malattie respiratorie del bambino». I medici infantili hanno infine espresso preoccupazione per «l'inaccettabile situazione di rischio» a cui saranno sottoposti, almeno per altri due anni, bambini e cittadini di Taranto.

Giulio Finotti (Terra)
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L’Italia merita un governo migliore. Rimbocchiamoci le maniche, porta a portapubblicata da Stefano Esposito il giorno venerdì 5 novembre 2010 alle ore 9.28
Il governo è incapace di risolvere i problemi del Paese e mentre cresce la disoccupazione, soprattutto tra i giovani, mentre le imprese sono in difficoltà, le famiglie tagliano i consumi, i servizi pubblici si riducono, scuola e università sono nei guai, tutto è bloccato attorno alle conseguenze delle passioni personali del premier, i valori morali sono stati abbandonati. La linea difensiva di Berlusconi nel caso Ruby, per fare l’ultimo esempio, ha incoraggiato le idee più retrive, becere e regressive: la donna è vista come il dopo-lavoro del maschio, i gay come persone da disprezzare, le minorenni come ragazze “da salvare per salvare sé stesso”.

Come se non bastasse la nostra immagine internazionale sta crollando: grazie al premier la settima potenza industriale è lo zimbello del mondo.
Intanto la crisi è sotto gli occhi di tutti: basti ricordare che il debito pubblico è pari al 118 per cento del Prodotto interno lordo, cioè di tutta la ricchezza prodotta dal Paese. E’ il record europeo.

Bisogna voltare pagina. Serve discontinuità. Il Paese può riprendere il cammino verso la crescita, lo sviluppo, ma ormai è chiaro che questo può avvenire solo senza Berlusconi. I problemi incombono. Non si può attendere oltre. Non è questione di mesi o di settimane. Per chi ha voglia di far qualcosa, questo è il tempo, a partire dal porta a porta che faremo nelle prossime settimane e a cui vi chiedo di partecipareiscrivendovi alla nostra piattaforma