M' aricordo e l'ho studiato,
quanno in nome der Signore,
pe'avé er monno omologato, se compiva ogni orrore .
Ad Oriente li crociati,
con la spada e un Paternostro,
troppi ne hanno trucidati,
per imporre il Dio nostro.
Finito il potere temporale,
perlomeno ufficialmente,
pe' continuà a fà der male,
han lavorato alacremente.
Han benedetto Dittatori,
dichiarati e ...mascherati,
ricevenno in cambio gran favori,
in contanti o rateizzati.
Oggi er monno è 'n po' cambiato,
er Vangelo conta meno,
e chi da 'n prete fu oltraggiato,
'sta vergogna svela in pieno.
Pure er Papa chiede ammenda,
anche se solo in parte e sottovoce,
per la sua omertà orrenda,
nun se pò fà mette in Croce.
Pe' uscì fori da 'st'impiccio,
i gran prelati fan quadrato:
"- Questo è solo chiacchiericcio,
p'attaccà er Vicariato !"
( Bruno Panuccio )
Perchè difendete il Crocifisso
e dimenticate gli immigrati?
di Don Andrea Gallo,
nov 2009
Oggi alle 17.53La decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, all’unanimità, ha ritenuto l’esposizione nella scuola del Crocifisso in
contrasto con la convenzione dei Diritti dell’Uomo. Punto e basta.
Non si voleva sottovalutare la importanza delle Religioni, al contrario
si vuole assicurare la tutela di ogni diritto religioso.
L’Europa, con il voto unanime dei Giudici, ci scuote, a mio avviso,
positivamente. Penseremo, anche in questa occasione, che la Corte
di Strasburgo sia un covo di Giudici “rossi”?
L’Italia è percorsa dall’ossessione identitaria.
La Libertà religiosa non può non tener conto del rispetto
del pluralismo.
I Padri fondatori dell’Europa, tra i quali i cattolici Alcide
De Gasperi e Konrad Adenauer, mai cedettero alla tentazione
di ancorarla a “radici cristiane” nel 1950.
La loro intuizione profonda era quella, in cui si voleva
unificare l’Europa, intorno all’eguale diritto di tutti
e di ciascuno.
Un Europa interetnica, interreligiosa, laica.
Questa è la strada maestra. Riflettiamo profondamente,
non stracciamoci le vesti. Liberiamoci da argomenti
strumentali.
Il Crocifisso non è un’icona culturale.
Il Cristo Gesù per i credenti, è il Salvatore di tutti e
non è sicuramente un simbolo di Divisione.
Anche il fronte “laico commetterebbe un gravissimo sbaglio,
servendosi del Pronunciamento per rilanciare una incivile
campagna anticristiana.
In questi giorni rispunta l’uso politico della religione
cattolica e dei suoi valori. Mussolini soleva dire: “sono
cattolico e non cristiano”.
Ci si butta nell’opportunità feconda per guadagnare consensi
in una triste stagione dove vince la frammentarietà culturale
e etica e le tentazioni identitarie. Vaghe e localistiche.
In tempi postcristiani la religione “trionfa” soprattutto
come risorsa identitaria ed etica che la rende più facile
preda di forze politiche che vogliono sfruttarla a proprio
vantaggio elettorale.
Gesù ha voluto una comunità di seguaci inserita nella “Città”
in cui sono “principi irrinunciabili” il perdono, l’amore
dei nemici, il servizio agli altri, l’accoglienza, la
solidarietà, l’Amore, il Martirio.
Al Cristianesimo servono testimoni non testimonial.
Mi chiedo frastornato: come mai così tanto zelo nel difendere
il “Crocifisso” nelle scuole non si estende ai nove milioni
di poveri, ai precari, ai senza lavoro, ai “senza identità,
ai senza casa, ai migranti, ai “Clandestini”, ai Detenuti,
alla salute di tutti.
Credo sia l’occasione di porsi domande serie, almeno all’interno
delle Comunità Cristiane. C’è autentica conoscenza del fondamento
storico della Fede Cristiana in Cristo risorto?
Il Cuore del messaggio Cristiano ha ben poco a che fare con
giochi di potere, interessi economici,meschinità travestite
da nobili parole, impunità, arroganza,xenofobia,omofobia,
razzismo.
La buona “notizia” che può destare la Fede non è affidata a un
libro o una pellicola, a professioni ipocrite, ad un crocifisso,
ma a Uomini e Donne in carne e ossa : è la “vita” dei Cristiani
che deve essere un racconto credibile del Vangelo, un racconto
che nessuna “crociata” può sconfessare.
Solamente riconoscendo la pluralità dei valori presenti anche
nella Società non cristiana che si può stare nella storia e
tra gli Uomini secondo lo Statuto evangelico.( I lettera a
Diogneto).
Continueranno i ricorsi, le grida ,le sceneggiate.
C’è una gara per esibirsi “chierichetti” nei confronti dei Vescovi.
Non ci credo proprio: l’emergenza grave non è la sentenza del
“crocifisso”negato.
Nel mio iter scolastico, dall’asilo al Nautico, il crocefisso
era scortato a destra dal Re Vittorio Emanuele III e a sinistra
dal Duce.
L’Emergenza gravissima è la tenuta democratica del Paese intero.
Termino citando un passaggio del Card. Dionigi Tettamanzi,
all’Omelia del 1 novembre al Campo della Gloria del Cimitero
monumentale di Milano letta dal Mons. Gianfranco Bottoni.
Parlando dell’Italia di oggi dice: “Al di là delle diverse e
opinabili diagnosi, c’è il fatto che oggi molti, forse i più,
non si accorgono del processo, comunque in atto, di morte
lenta e indolore della Democrazia, del processo che potremmo
definire di progressiva “eutanasia” della Repubblica nata
dalla Resistenza antifascista.”
Non mi preoccupa come finirà l’applicazione del Regio decreto
del 1924 che introduceva il “crocifisso” nelle Aule scolastiche.
Vorrei mantenere lucidità di giudizio per concludere che questa
sentenza può aiutare tutti a comprendere meglio i segni dei
tempi, lo ripeto, in cui la difesa della libertà religiosa non
può non preoccupare, con tutto il cuore laico, cristiano il
rispetto del pluralismo, e soprattutto può stimolare a vincere
le “paure” per affrontare una riflessione più profonda sulla
convivenza tra i diversi, considerando la ricchezza, un Bene
e un valore proprio questa sua alterità.
Ripartiamo da capo con Umiltà, ogni mattina, davanti alla Croce.
Il Cristiano è abitante della Polis (è un diritto, ma anche
un dovere) mentre ha la Sua Cittadinanza nei cieli.
Ecco la Profezia della Fede cristiana.
Genova, 5 novembre 2009