sabato 17 luglio 2010

Caliendo, sottosegretario nella loggia


L'INCHIESTA
"Giacomino a noi ci fa da spalla"
Il vice del Guardasigilli Alfano nel mirino dei magistrati. Dalle carte processuali della nuova P3, emerge come una figura centrale. Trame a tutti i livelli, dentro e fuori via Arenula
di EMILIO RANDACIO, MARIA ELENA VINCENZI
Giacomo Caliendo
ROMA - Convocazioni, telefonate piuttosto tese, in cui il sottosegretario viene quasi richiamato all'ordine. Giacomo Caliendo, vice del Guardasigilli Alfano, dalle carte processuali della nuova P3, emerge come una figura centrale. È soprattutto il giudice tributarista Pasquale Lombardi a tessere la tela dei rapporti con il viceministro, perfino ad anticipargli mosse politiche imminenti. Alla fine del settembre scorso, la segretaria di Caliendo chiama Lombardi e, dopo una breve conversazione, la donna cede il telefono al suo "principale". Lombardi gli riferisce di "aver appreso che loro (Caliendo e altri), saranno nominati "consultori settimanali di Forza Italia"". Poi, lo sforzo di uno dei principali attori della nuova "P3", si sposta sul bersaglio "grosso", l'operazione per tentare di pilotare la sentenza della Consulta sul Lodo Alfano, che si discuterà il 6 ottobre successivo. Proseguendo la conversazione, Lombardi sembra quasi ordinare al vice Guardasigilli "di partecipare al pranzo, fissato alle due dello stesso giorno, al quale dice sarà presente il presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone". Caliendo, però, non è sicuro di esserci per quell'ora, in quanto "impegnato in lavori parlamentari e che forse presenzierà all'incontro successivo fissato per le 15".

Alle 13 e 04, è la segretaria di Caliendo che chiama il "geometra" Lombardi, per sapere se alla fine il sottosegretario sarà presente al pranzo. E, anche
sul punto, il "geometra" nella risposta è categorico: "Deve partecipare perché ci sarà il presidente". Il riferimento va a Carbone, numero uno della Cassazione. "Non può mancare perché verranno discusse cose importanti che riguardano direttamente la sua persona ... allora dì a questo che sono fatti importanti che lui non si può sottrarre! Perché non è un fatto per il Parlamento che so c... altri". Caliendo cerca di giustificarsi: "Eh lo dici a me a che ora? Dipenderà da quando Fini (nella veste di presidente della Camera, ndr)", chiuderà la seduta.

Per la banda il sottosegretario è un punto di riferimento costante, quasi uno di loro, come spiegano anche i carabinieri del nucleo investigativo. Caliendo spesso si dà da fare, come sulla vicenda dell'ispezione negli uffici giudiziari a Milano richiesta dal governatore Formigoni. Il controllo non arriva, nonostante le promesse del sottosegretario. Il 12 marzo 2010 Lombardi gli chiede notizie: "Non lo so, Pasqualì! Ho chiamato ieri sera, ho parlato di nuovo con il ministro e con il suo segretario e mo' vedono loro". Lombardi chiede di insistere e Caliendo sbotta: "L'ho chiesto trenta volte, basta!". L'attesa infastidisce la "loggia".

Nel pomeriggio Arcangelo Martino chiede notizie al geometra che risponde: "Stammi a sentire. C'è il ministro all'hotel Vesuvio di Napoli al quale io ci arriverei adesso... quello già ce l'ha detto l'amico mio (Caliendo, ndr)! Però siccome questo ritornerà a Roma o lunedì o martedì ci voglio dicere: come arrivi dà l'incarico a chisto". L'imprenditore esprime qualche perplessità sul loro "sodale": "E allora l'amico tuo non ha fatto manco un c... là, scusami! La sta prendendo per le lunghe sta cosa, Pasquà". Lombardi lo difende: "Ci vuole l'autorizzazione del ministro, quello ieri ha dato ordine però se non c'è il ministro sul posto non possono". La cosa è urgente, troppo. E Martino non si fida del sottosegretario. Richiama Lombardi e chiede: "Ma quando lo sa Giacomino? No perché se non lo fanno entro questa settimana che viene non serve più". Il magistrato tributario risponde: "Io penso che lo faranno senz'altro perché Giacomo lo aveva subito cercato. Io ora vado dal ministro per dire "oh, corri a Roma". Tengo Giacomino che mi fa da spalla". Quella stessa, sera Caliendo conferma a Lombardi che gli atti sono arrivati e suggerisce: "Il problema è che li dovevano mandare al ministro perché poi questo, prima di martedì non torna". Lombardi: "E glielo dai tu al ministro". Il sottosegretario: "Eh, Pasqualì, queste so cose... quello, figurati poi lo sai, dentro la campagna elettorale, l'indagine... Ma non è che martedì poi si dispone, quando lo si dispone deve fare il comunicato stampa sennò non si può".

Trame a tutti i livelli. Dentro e fuori via Arenula. Nel novembre scorso, il Lombardi riferisce al sottosegretario Caliendo del colloquio con Nicola, evidentemente Mancino Nicola, chiariscono gli investigatori. Il tema, è la nomina di Alfonso Marra alla corte d'assise milanese. "Lui mi ha detto - spiega Lombardi a Caliendo - che ho fatto gli stessi discorsi che gli hai fatto tu".

(17 luglio 2010) © Riproduzione riservata