sabato 2 ottobre 2010

Il pericolo corre sul Web


Rita Pani 2 ottobre 2010
È la solita mestizia delle cose italiane, persino questa nuova farsa dell’ “agguato” a belpietro, che come sapevamo fin dal principio, seguendo il classico copione tutto italiano degli improbabili lanciatori di duomi, doveva sortire pena solidaristica da elargire a piene mani, e tanta, tanta preoccupazione da potersi industriare per la soluzione del problema.

Ecco che quindi prende la parola il ministro della civiltà razzista maroni, che invita al classico “abbassamento di toni”. Ovviamente, nella logica tutta italiana, a dover abbassare i toni, non saranno i giornali di proprietà del tizio, i suoi servi addetti alla disinformazione e alla propaganda, e nemmeno lui stesso, quando dà fiato alla bocca dinnanzi ai suoi fan italioti esaltati, inveendo contro la magistratura, contro le donne, contro gli ebrei. La preoccupazione del ministro per il razzismo, ovviamente, riguarda quelle poche voci libere che ancora stampano qualche foglio di carta, o il Web.

Sì, è su Internet che il ministro vede la minaccia, e il pericolo. Là si annida il terrore del libero pensiero, della gente che si conserva pensante, nonostante loro, e anche di tutti coloro come me, che nemmeno per un attimo si sono preoccupate dell’incolumità di un addetto alla propaganda per il pericolo in cui si sarebbe trovato, dinnanzi a un uomo travisato con la sola pettorina recante la scritta “Guardia di Finanza”.

Ci sarà quindi presto un summit a Milano, per organizzare e discutere un potenziamento delle scorte degli obiettivi sensibili, che secondo il ministro ora, grazie al libero pensiero, si troverebbero in una situazione assai più delicata.

Chi sarebbero questi obiettivi sensibili? Non i giudici, non gli inquirenti, non i servitori dello Stato, ma solo e soltanto i servi del re.

Tanto in Italia per chiudere la bocca ai giornalisti, quelli veri, non c’è nemmeno bisogno di inscenare un attentato: basta tagliare i fondi, non stipulare i contratti, inventarsi codici etici che di etico non hanno proprio nulla, instaurare la censura di governo.
E se poi il giornalista dovesse insistere con l’assurda pretesta di fare comunque il suo lavoro, basta passare alle minacce vere, quelle fatte in sordina e senza clamore che anche solo per un attimo metta il serio professionista davanti alla pesante domanda: “La mia vita, vale davvero tutto questo?” [E in genere si risponde di sì.]

Ora scusatemi, ma sono anche io molto preoccupata: c’è un vigile urbano che passa davanti a casa mia almeno due volte al giorno … chiuderò la porta a chiave.



Rita Pani (APOLIDE)

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Mauro Miccolis


Sì, è su Internet che il ministro vede la minaccia, e il pericolo.

Là si annida il terrore del libero pensiero, della gente che si conserva pensante, nonostante loro, e anche di tutti coloro come me, che nemmeno per un attimo si sono preoccupate dell’incolumità di un addetto alla propaganda per il pericolo in cui si sarebbe trovato, dinnanzi a un uomo travisato con la sola pettorina recante la scritta “Guardia di Finanza”.
Ci sarà quindi presto un summit a Milano, per organizzare e discutere un potenziamento delle scorte degli obiettivi sensibili, che secondo il ministro ora, grazie al libero pensiero, si troverebbero in una situazione assai più delicata.

Chi sarebbero questi obiettivi sensibili?
Non i giudici, non gli inquirenti, non i servitori dello Stato, ma solo e soltanto i servi del re.