martedì 27 aprile 2010
una scelta non casuale
CI SONO MAMME E MAMME ..
CI SONO BAMBINI E BAMBINI
CI SONO ITALIANI E NON ITALIANI.....
VERGOGNE ITALIANE..........
Sandro Ruotolo (Annozero) ad Adro: «Ho trovato un clima molto deteriorato»
Lunedì 26 Aprile 2010 08:41
Da oltre vent'anni è al fianco di Michele Santoro, inviato sul campo sin dai tempi di Samarcanda. L'altra sera, però, Sandro Ruotolo, 54 anni, a Adro non ha saputo nascondere il disagio per il clima che si respirava e lo ha detto in diretta: «Non mi è mai capitata una cosa simile».
Sandro Ruotolo, una affermazione la sua che ha colpito molti: cosa è accaduto? «Mi ha molto colpito quel "vergogna" partito dalla platea quando, in diretta, ho parlato del contributo dato dal missionario del Congo per la mensa di Adro. Mi ha sconvolto anche il clima che si respirava in quella sala, odio e di intolleranza che andavano oltre la difesa delle proprie posizioni. Non mi hanno dato fastidio le urla ma l'astio mostrato, ad esempio, contro gli stranieri presenti, contro quella donna maghrebina che ha rivendicato i propri diritti di cittadina che paga le tasse o contro la stessa direttrice della mensa».
Lei gira l'Italia, che idea si è fatto di questo Nord?
«Non venivo da queste parti a trattare temi di immigrazione da tempo e ho trovato un clima molto deteriorato. Prima di Adro ero stato a Rosarno ai tempi della rivolta contro i clandestini. Non ho trovato un'atmosfera poi tanto tanto diversa, c'è un imbarbarimento che deve preoccupare. Se delle mamme si sentono offese perchè un benefattore versa i soldi della mensa a chi non ha la possibilità di pagare e non accettano le riflessioni contenute in una lettera è il segno che non c'è più coesione sociale. E se ad Adro come a Rosarno è venuta meno la coesione sociale mi chiedo, complice la crisi economica, quali saranno i prossimi ad essere colpiti ed emarginati. Oggi sono gli immigrati e domani?»
Che fare?
«Dobbiamo riconquistare una coesione sociale che si è persa. Noi cerchiamo di raccontare delle storie e giovedì sera alla mensa di Adro abbiamo tastato con mano la radicalità della situazione. Il mio disagio non derivava dagli animi accesi, in ventidue anni ne ho viste tante, quello che mi ha colpito è stato il non voler capire le ragioni degli altri, reagire aggredendo. È il segno che la coesione non regge più».
Come riconquistare la coesione perduta?
«Questa storia deve far riflettere. In sala c'era gente che non la pensava come chi urlava e forse sono proprio loro che stando in mezzo alla gente possono fare qualcosa per migliorare la situazione. La politica? Beh, dalle vostre parti mi pare che su questi fronti ci si affidi alla Cgil. E mi pare che questa anomalia si commenti da sè».
da: BresciaOggi
"Nell'unico Paese occidentale dove il Grande fratello continua a fare record di ascolti, quello dove si legge meno, dove ci si laurea di meno, dove l'intelligenza scappa all'estero, si continuano a fare tagli sull'istruzione e la ricerca. Decine di migliaia di maestre e professori precari lasciati a casa, facoltà universitarie cancellate dall'oggi al domani, miliardi sottratti alla formazione dei nostri ragazzi, ma non ai corrotti, ai ladri, agli evasori.
Pare che l'unico sistema per contenere la spesa pubblica in Italia siano i tagli alla scuola pubblica. Soltanto alla scuola pubblica s'intende, perchè su quelle private, cattoliche in particolare, continuano a piovere denari statali, fregandosene della Costituzione.
Se si tratta di una "scelta obbligata dalla crisi" come sostiene il ministro Giulio Tremonti, rimane da capire perchè è obbligata soltanto da noi. Francia, Germania e Gran Bretagna non stanno togliendo fondi all'istruzione, anzi, in qualche caso li aumentano. La ragione è piuttosto ovvia. L'istruzione, la formazione, rappresentano l'unica risposta seria della vecchia Europa alla sfida delle potenze emergenti asiatiche.
Il sospetto, ma possiamo dire la certezza, è che nell'attacco sistematico alla scuola pubblica da parte del governo Berlusconi il vero movente sia ideologico. Per questa classe dirigente volgare e ignorante, nata e pasciuta nell'analfabetismo televisivo, la scuola è un territorio nemico da epurare e basta. Perfino il fascismo ha cercato di piegare ai propri interessi la scuola pubblica, senza distruggerla. Il nuovo progetto autoritario passa invece dalla distruzione dell'istruzione pubblica. E' una battaglia anticulturale, assai prima che antipolitica. La stessa nomina della povera Gelmini a Ministro, con la sua pochezza culturale e l'esame da avvocato superato nel profondo Sud, era un'aperta provocazione da parte del premier, così come la nomina dell'ex calendarista Carfagna alle Pari Opportunità e dell'icona sadomaso Brambilla al Turismo, 10 per cento del Pil nazionale.
Un modo per chiarire che il governo non aveva nessuna intenzione di affrontare il ritardo culturale del Paese, la sopravvivenza di una società patriarcale e il crollo d'immagine dell'Italia agli occhi degli stranieri. Che sono seri problemi per il futuro di tutti noi, ma altrettante fortune per il presente di Berlusconi. Si tratta di vedere fino a quando durerà questo presente perpetuo, senza progetti, senza speranze."
(dal Venerdì di Repubblica del 26/03/2010)
http://www.facebook.com/note.php?note_id=394808926920&id=120072879732&ref=mf
Propaganda e bavaglio
di Concita De Gregorio
Oggi alle 14.46
Un'informazione come quella del Cinegiornale Luce: la voce fuori campo che spieghi le meraviglie del nucleare - inquadrati operai operosi alle macchine del progresso - silenzio assoluto invece sulle indagini e sul malaffare, sui corrotti i corruttori e sulle cricche. Fino a 4 anni di carcere e multe in grado di far chiudere i giornali per chi sgarra. Bavaglio e propaganda, ecco cosa ci aspetta. Sette italiani su dieci davanti alla tv a vedere le strette di mano con Putin, non una parola sulle mafie, su quelli che ridono quando l'Italia crolla e si arricchiscono così. Il bavaglio è pronto, si comincia ad annodare da oggi. Si toglie la voce ai giornalisti e si taglia il welfare. Ieri la maggioranza ha bocciato le «misure straordinarie per il sostegno del reddito e la tutela di determinate categorie di lavoratori». Che sarebbero state destinate, per esempio, ai dipendenti dell'ex Eutelia: migliaia di lavoratori da mesi senza stipendio, senza neppure la cassa integrazione. Senza lavoro e senza voce.
Questa è l'Italia. Tre letture, oggi, sul nostro giornale a illuminare il quadro economico, politico, sociale. Vincenzo Visco, Rossana Rossanda, Alex Zanotelli. Visco, in un articolo per il "Cantiere" che abbiamo aperto da settimane, descrive un quadro fitto di dati: l'assenza di un dibattito serio e onesto sulla situazione economica, dice, «è un errore gravissimo che sta compiendo il governo, ma neanche l'opposizione sembra pienamente consapevole della situazione». Negli anni passati abbiamo provveduto a restringere i salari e i costi del lavoro e a sostenere le esportazioni riducendo tasse e contributi. Dobbiamo aiutare (e indurre) le imprese a raggiungere dimensioni accettabili o continuare a sussidiare con decine di miliardi di euro le nostre micro imprese attraverso l'evasione fiscale tollerata e protetta? «Per risolvere problemi che non si riescono ad affrontare da oltre 10 anni - impossibile enunciarli nel clima di violenta e artificiale conflittualità in cui viviamo - non può essere utile perseguire un bipolarismo "temperato", in luogo della contrapposizione violenta e intollerante a cui ci siamo abituati (e di cui il Pd è essenzialmente la vittima designata)?».
Rossanda, in un passaggio dell'intervista: «Non credo a un ritorno al fascismo puro e duro, senza libertà di associazione (e quindi senza elezioni, partiti e sindacati) né di parola (quindi senza stampa). Il limite accettabile per l'Europa a moneta unica è quello della maggioranza attuale - un liberismo socialmente crudele e nazionalmente velleitario. Fini ne fa parte, il trattato europeo gli va benissimo e viceversa, mentre Bossi e Berlusconi fingono di attaccarlo e stanno diventando imbarazzanti». «Dinanzi a una crisi del centrodestra temo che sarebbe terribile, una coalizione tipo Cln con dentro Montezemolo, Casini, Fini e Bersani».
Alex Zanotelli sulle Rosarno d'Italia, infine. «Il razzismo è utilizzato a scopi di propaganda dalle forze politiche di sinistra e di destra. La situazione attuale ha origine nella Turco-Napolitano (1998), che ci ha regalato i Centri di permanenza temporanea, quei lager dove abbiamo rinchiuso gli immigrati. Seguita dalla Bossi-Fini che considero immorale e non-costituzionale, perché non riconosce gli immigrati come soggetti di diritto ma, esclusivamente, come manodopera a basso prezzo da poter rispedire, a tempo debito, al mittente». Da leggere e rileggere, stamani, al sit davanti al Senato per difendere la libera informazione.
A CHE TITOLO? Nucleare:
Giulietti, a che titolo premier
chiede spot alla Rai? 28/4/ 2010
Roma. "Il presidente del Consiglio ci ha fatto sapere che ha chiesto alla Rai di promuovere un piano di spot per convincere gli italiani...
...circa la bontà del nucleare. A che titolo il premier chiede, non una serie di confronti su un tema delicatissimo come questo, ma la promozione di una campagna di organizzazione del consenso sui benefici delle centrali nucleari sul quale peraltro si svolse perfino un referendum? Lo afferma il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti intervistato da Radio Radicale. "A questo punto è assolutamente indispensabile che le Autorità di Garanzia delle Comunicazioni e le Autorità di Vigilanza convochino sia il premier che il Cda Rai per capire come tutelare l'autonomia del servizio pubblico e come garantire che sia promossa non una campagna di propaganda ma una campagna di informazione nella quale possano esprimersi le forze politiche di diverso orientamento e le diverse organizzazioni sociali e culturali". "Articolo21 - conclude Giulietti - chiederà inoltre con una lettera-esposto di garantire comunicazione sull'unico referendum annunciato, quello contro la privatizzazione dell'acqua che ha raccolto 100mila firme in soli due giorni e di cui non si parla minimamente".
Tratto da: articolo21.org
ANNO ZERO......